mercoledì 30 maggio 2007

SHOPPING INDOLORE

Uno dei problemi del nostro secolo è la così detta società del consumismo, ovvero la corsa al consumo piu' sfrenato (spesso superfluo) e di conseguenza un grande spreco di energia (per produrre ciò che compriamo/usiamo). Spesso capita di essere nervosi o annoiati e andare da uno psicanalista è esagerato per un po' di apatia giornaliera. Perchè sprecare i soldi raccontando le proprie paturnie mentali ad un estraneo quando si può risolvere il tutto acquistando in qualche bel negozio?

Quante volte mi è capitato di girare per le vetrine e denudare i manichini di qualche negozietto milanese o sfogliare libri annusando l'odore della carta stampata (patologico). Il problema del consumismo è che spesso si finisce per acquistare oggetti inutili che finiscono per aumentare il volume delle discariche. (io compro per la maggiore libri, se voglio disfarmene ci sono biblioteche pronte ad accoglierli in comodi scaffali, che buon cuore)

Eppure succede che nella società della pigrizia non si abbia neppure piu' la voglia di arrivare fino alla grande città commerciale che è Milano e sperperare denaro. Quindi che fare? Rannicchiarsi sul divano con una coperta in preda agli spasmi e facendo zapping evitando terrorizzati le pubblicità, oppure riempire la carta di credito e acquistare in internet?
Così mi dirigo su bol.it e metto nel carrello alcuni libri che avevo nella "lista dei desideri" compilo due moduli con i numeri della carta di credito, ... e click tutto è finito! Ho comprato e manco me ne sono accorto, è un effetto placebo so di aver comprato ma non ho ancora in mano gli oggetti del mio desiderio quindi non sono pienamente soddisfatto. Ma guardiamo il lato positivo, se non altro non dovrò portare il peso di tutti quei libri sulle spalle fino a casa ;)

(Emma Bonino, il ministro mi ha consigliato l'autore Fareed Zakaria via mail, le avevo chiesto nomi di autori che "bisogna conoscere" voi ne avete?).


I libri che ho comprato:
Adorno e Heidegger. Soggettività, arte, esistenza

L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa

Storia e sociologia della modernità. Walter Benjamin e l'esperienza della metropoli

Storia del cinema mondiale. 2/2 Gli Stati Uniti

Democrazia senza libertà in America e nel resto del mondo Fareed Zakaria

Manuale di geografia politica. 1.Geografia e geopolitica dello Stato
Martin Ira Glassner

Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. 10 dicembre 1948. Nascita, declino e nuovi sviluppi

martedì 29 maggio 2007

MEMORIE DI UNA PUTTANA

Il titolo è fuorviante, in realtà vi racconterò di chi ho visto in questi due giorni. Ero in reception con un orecchio a sentire la mia bjorkuccia e uno a sentire i clienti che rompevano. Arriva sto tizio con un viso conosciuto e due occhialazzi neri e mi porge i suoi vestiti inzuppati di sudore (aveva appena giocato a squash). IO con un sorriso patetico glieli afferro, lui mi assicura che tornerà a ritirare il "regalo" piu' tardi, io trattengo la nausea. Pensando e ripensando capisco che ho toccato i vestiti di BATMAN avete presente? (Michael Keaton). Me ne sto seduto lì in reception ignorando i clienti che entrano e vivendo nella mia testa le possibili frasi simpatiche da dirgli, mi ero preparato due o tre frasette tipo: "i know who you are: BATMAN!" con un tono divertente, ma alla fine quando si ripresenta mi esce solo un: Ahhh you are the actor. E lui: i am. E scappa via terrorizzato di essere stato scoperto.
Deluso dalla mia figuraccia passo la giornata ad aspettare Matthew Bellamy, che però non arriva.

Oggi stavo ascoltando i muse quando vedo arrivare qualcuno con dei pantaloni orrendi, sono così brutti che li fisso parecchio prima di rendermi conto che il proprietario è Matthew Bellamy. Per chi non sapesse chi è, dico solo che ha una voce fantastica e suona incredibilmente il pianoforte e la chitarra. E' un membro dei muse. Ebbene gli faccio:
Listen..
E lui: ehm i don't need the key i'm looking for
e io: No no lISTEN e gli indico la cassa
e lui: mmm
e io: IS YOU!!
E lui scoppia a ridere e si riconosce in Showbiz.

E' stato un incontro divertente e spontaneo :)
Sono successe un sacco di cose in questa giornata, molto piu' importanti del mio incontro con matthew, e avrei anche potuto lasciare questo incontro sullo "sfondo" del post e parlare d'altro. Ma ho deciso che questo non sarà un diario personale. Non oggi almeno.

Vi consiglio il mio psicanalista di turno: henryk Gorecki

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domenica 27 maggio 2007

FOTOGRAFIA DECADENTE DELLA SOLITUDINE

Era una giornata come le altre, c'era il solito trambusto nella piscina sul lago, il sun desk era in fermento, i baristi si dimenavano con i loro vassoi pieni di cocktails e bicchieri riempiti di ghaiccio, sembrando formiche che tornano al formicaio col loro bottino.

Fissavo il cielo violaceo a cui chiedevo sibilando un regalo molto gradito: pioggia. Il vento prima di ogni temporale iniziava a diventare fresco e io mi dirigevo fuori ad aiutare gli altri a ritirare gli asciugamani, i tappetini etc quando in una frazione di secondo ho scattato una fotografia.

Questa fotografia purtroppo è solo nella mia testa, i'm sorry, ve la descrivo. Sulla mia sinistra vedo questi tre signori, tutti e tre ben vestiti e dall'aria benestante e modaiola. Scopro poi che sono due stilisti e un "amante" non so di chi dei due. Il signore alla sinistra avrà superato i 60 dopodichè è impossibile distinguere l'età per l'assenza di rughe, i capelli suggeriscono che abbia superato i 65, sono bianchissimi e gli occhi chiari mi fanno pensare che sia stato biondo da giovane. Un impermiabile panna gli stringe la vita sottile e ai piedi ha delle all stars marroni, particolare che tradisce una certa riluttanza all'apparire vecchi.

Il tizio che fuma al centro è il piu' bello dei tre, premusibilmente un quarantenne con le fossette sulle guance, una fisionomia che mi ricorda i greci. Indossa un abito grigio, in tinta coi capelli, ha le spalle larghe e tiene la sigaretta con le dita flesse. Mi lancia uno sguardo particolare con due occhietti brillanti e vivaci che io quasi ignoro. Al suo fianco un terzo uomo, un'altro stilista, di lui noto subito che ha la bocca leggermente storta, probabilmente residuo sgradito di una paresi, i capelli troppo lunghi, fino al collo, anch'egli li ha grigi, ma di un grigio fumo. E' poco attraente, e lancia anche lui boccate di fumo fuori da quella sua bocca asimmetrica.

Ebbene questi tre uomini erano tutti e tre visibilmente gay ai miei occhi, e quell'immagine mi era apparsa subito come una fotografia decadente della solitudine omosessuale. Voglio dire che tre omosessuali ad un tavolo, specie se sono anziani, per quanto ben tenuti possano essere, appaiono come "oggetti di scarto" che la natura ha abbandonato. Foglie secche rapprese in un canale di scolo. Mi spiego? (non allarmatevi!)

Ogni volta che mi trovo ad un tavolo con amici omosessuali non sono a mio agio, lo stesso succede stando solo con uomini o in mezzo a sole donne. Credo siano i "gruppi omogenei" a rendermi diffidente. E' che che si forma una bolla invisibile che unisce chi sta dentro ma divide da chi sta fuori. Il fatto è che la bolla non protegge anzi se scoppia rischia sempre di implodere inzuppando i suoi abitanti.

Forse era l'atmosfera bluastra delle nuvole e il vento che conferiva a quella scena una drammaticità spettrale. Forse fissandoli ho immaginato me alla loro età, anche io dopo i fasti della giovinezza mi ridurrò così? Solo ad un tavolo con altre vecchie ciabatte a fissare lo sfilare dei culi dei camerieri? Spero di no.
Ma se neanche ora riesco a concludere niente con un ragazzo o un uomo, non riesco a creare quella complicità che richiede tempo e .. quel tempo non lo si raggiunge mai. E' una torta che non si gonfia nel forno e quando la togli è cruda.

So sopportare l'amarezza di una prevista solitudine senile?

No.

Mi sto già abituando all'idea di convivere con altre persone subaffittando la mia casa quando mi sentirò solo. :)

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giovedì 24 maggio 2007

KING OF THE MANZI

Sto ascoltando questo splendido album di Stefano Bollani del 2003 intitolato: venus falando de amor. Quindi scaricatevelo e leggete il mio post con sotto questa stupenda musica. (si è un ordine).

Oggi in preda al delirio provocato dalla noia al lavoro ho avuto una visione mistica, anzi piu' che mistica la possiamo pure definire terrena, in carne ( e che carne) ed ossa.. Mi ero appena tolto le ciabatte che - per via della temperatura di 34 gradi - puzzavano insieme a quei due formaggini dei miei piedini (pinne da 44 e mezzo). Stavo quasi per svenire dalla puzza quando ecco che ...Alzo la testa e dalla porta entra sto fusto di 1.90, rasato con gli occhi castani e un sorriso da riscaldare l'animo piu' frigido.
Il ragazzo che io ho soprannominato the king of the manzo deve aggiustare una porta nei bagni femminili (tzè... tutte loro le fortune) e io lo accompagno scansando tutti e tutte, urlando alla mia amica che è dentro negli spogliatoi: C'è il tecnico c'è il tecnico!!! Come solo la resistenza durante l'arrivo degli americani avrebbe gioito nell'annunciare tale salvezza (dalla noia nel mio caso).


Pensavo sul serio fosse il preludio di un porno, avete presente l'immaginario del tecnico figo con la maglietta sporca di grasso? Rimarrò nell'insoddisfazione di aver visto solo i titoli di coda.

Riuscirò a rivedere il re dei manzi? Intanto posso accontentarmi giusto del suo sorriso e di quello sguardo dolce. Mi ha salvato la giornata.

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martedì 22 maggio 2007

SOS LAICITA' DELLO STATO ITALIANO

DA SAPERE:
Crimen sollicitationis (in latino "crimine di provocazione") è un documento riservato emesso nel 1962 dal Sant'Uffizio diretto «a tutti i patriarchi, arcivescovi, vescovi e altri ordinari del luogo, anche di rito orientale».

Il documento stabiliva la procedura da seguire secondo il diritto canonico nel caso in cui un prete veniva accusato di usare il sacramento della confessione per fare avances sessuali ai penitenti. (fonte wikipedia.it)

Ultimamente si fa un gran parlare di questo documento della bbc che racchiude interviste e ricerce sul "Crimen Sollicitationis" e sugli abusi sessuali commessi dai preti su minori e adulti. Tale documento è segretissimo e vieta a chiunque venga a conoscenza di abusi perpetrati ai danni di minori da un membro della comunità ecclesiastica, di riferirlo.

In uno stato di diritto questa si chiama ostruzione alla giustizia e complicità della chiesa in azioni criminali, e ci si aspetterebbe una serie di incriminazioni contro chi viola le leggi civili.

Se un'azienda imponesse la segretezza ai suoi dipendenti nel caso in cui le norme civili, le regole venissero violate a danno dei consumatori e il caso finisse sui giornali, la giustizia dello stato in cui è accaduta la violazione della legge, incriminerebbe i criminali.

Ma quando c'è di mezzo la chiesa la legge e la giustizia non riescono a fare il loro corso.
La legge è uguale per tutti.. tranne per il vaticano che evidentemente è protetto da privilegi che hanno solo mafiosi e alcuni politici poco raccomandabili.

Non è il papa che deve "occuparsi" delle violenze che avvengono nella chiesa, è la legge dello stato che OSPITA la chiesa. Libera chiesa in libero stato diceva Cavour, il che significa una netta distinzione tra peccato e reato, in una parola: laicità.

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domenica 20 maggio 2007

Finalmente è accaduto. E' un po' che aspettavo una situazione propizia per essere impulsivi. (in modo positivo). Oggi ho lavorato dalle 9 alle 20.00 con due ore di pausa divise. Alla fine ero stravolto e durante la chiusura ho proposto alla vale (una mia amica e collega di mille avventure lavorative) di chiudere e farci un bagno in piscina. Lei mi ha dato un occhiata furba e siamo corsi negli sopogliatoi ridendo e togliendoci i vestiti in fretta per poter buttarci in acqua.
Ci siamo anche nascosti una volta dentro perchè dalle vetrate i clienti dell'albergo ci spiavano e non volevamo essere visti, non eravamo sicuri di poter fare il bagno dopo la chiusura, anche se la chiusura la facevamo noi :D

Comunque adoro questo Pensato>fatto. Cose che si possono fare solo con persone di cui ti fidi e con cui si è instaurato un certo feeling. E' stata la nota positiva della giornata.

La settimana prossima ho due giorni liberi, di cui uno è proprio domani il che mi rende molto contento (anche se dovrò comprare il pane a mia nonna domani mattina... p.d.)

La questione della fontanella non è che sia proprio risolta, anzi per nulla.. il vicedirettore mi ha detto: "questa è una questione di educazione, se non gliel'hanno insegnata i loro genitori non possiamo fare nulla" (vedi post precedente). Il che equivale un po' a dire: Lasciamo che facciano quello che vogliono perchè sono maleducati. Se un bambino sputa in faccia alla maestra lo lasciamo fare? No di certo. Se lo fa un adulto?

Prossimamente vorrei anche parlare del dichiararsi omosessuali come imperativo morale e non come ostentazione, ho letto un post veramente demoralizzante su questo punto in cui -sintetizzando- si leggeva: "i gay non dovrebbero dire che sono gay non dovrebbero essere orgogliosi" e a dirlo era, ahimè proprio un gay. Ma guai a chiamarlo così..

Ora c'è Report e preferisco quello.

venerdì 11 maggio 2007

la lettera

VERSIONE LUNGA DELLA MAIL INVIATA AL MIO VICEDIRETTORE:

Sono un dipendente dell’albergo, le scrivo in merito ad una questione che può essere considerata secondaria, ma per quanto mi riguarda non lo è.
Trattasi della fontana d’acqua potabile posta di fronte alla reception del tennis. Succede molto spesso che, per vizio, alcuni soci del tennis lascino volontariamente aperta la manopola dell’acqua della fontanella che finisce direttamente nello scarico, lo spreco in senso economico e del bene in sé è indubbia, da un rubinetto aperto escono 12 litri di acqua al minuto.

Forse i soci dello Sporting Club ignorano che 1 miliardo e 400 milioni di persone del pianeta su 5 miliardi e 800 milioni di abitanti non hanno accesso all’acqua potabile. Soltanto il 0,03% circa dell'acqua totale nel mondo è disponibile in modo immediato come acqua fresca, ovvero potabile, ed è considerata una delle ricchezze più preziose di cui disponiamo proprio per la sua unicità.Sono dell’idea che essere fortunati e vivere nel benessere non debba portare al menefreghismo o all’egoismo.

L’acqua è un bene collettivo e nessun costosissimo club giustifica comportamenti antietici. Naturalmente ho chiesto gentilmente che fosse chiusa la manopola dopo il suo utilizzo, purtroppo non ho riscontrato un atteggiamento propositivo, ho prontamente ricevuto motivazioni onestamente sciocche quali ad esempio: “berla fresca è meglio perciò si dovrebbe lasciare aperto il rubinetto sempre”. Esiste la possibilità di acquistare dell’acqua fresca di frigorifero, se la si volesse bere dalla fontanella basterebbero pochi secondi per rinfrescare l’acqua dalle tubature, non è necessario lasciare aperto un rubinetto tutto il giorno. Ovviamente il personale cerca sempre di chiudere l’acqua della fontanella ma non può sempre (capita che abbia altro da fare).

Come le ho scritto sono “solo” un dipendente, ma come lei saprà benissimo è anche grazie alla cooperazione di dipendenti come me che Villa d’Este funziona, siamo un po’ come quello stillicidio che sgorga dalla fontanella e forma una pozza consistente che non va ignorata. Ironicamente ho notato che molti dipendenti provengono da zone del mondo dove l’acqua è un bene di lusso riservato ad un’elite ristrettissima. Non voglio fare appello solo alla sua sensibilità economica e cadere così nel cliché che vuole gli uomini d’affari attenti solo al denaro (per altro ridurre gli sprechi di questo genere sarebbe un risparmio economico notevole), punto ai suoi principi etici e di difesa del personale.

Ho sperimentato personalmente che la nostra autorità in questo genere di questioni è nulla. Quando si chiede ai soci una collaborazione per autolimitarsi senza privarli di nulla, loro rispondono in modo arrogante oppure voltano le spalle ed è fastidioso per un “addetto al loro divertimento”. Mi è stato riferito che è da sempre così e che puntare ad un miglioramento è un utopia: “tutti se ne fregano”. Mi consideri pure un sognatore.

Le chiedo quindi di attuare una soluzione tecnologica al problema come una manopola a chiusura a tempo, oppure si potrebbe presentare il conto ai soci che confondono un rubinetto con un ruscello.

Forse questa è solo una piccola questione, e sto reagendo in modo sproporzionato ma da una fontanella magari un giorno si passerà ad un’azienda che ha fatto dell’energia pulita e del risparmio energetico un motivo di vanto.


La versione editata è molto piu' corta e senza troppi fronzoli. Vedremo

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mercoledì 9 maggio 2007

URUBU'

urubù: Detto anche avvoltoio nero, è assai comune dagli USA meridionale a tutto il Sudamerica. Lungo ca. 70 cm, ha un'apertura alare di 130 cm ed è caratterizzato da un piumaggio quasi completamente nero. Vive in gruppi presso i villaggi svolgendo un utile ruolo di spazzino, in quanto si nutre di ogni genere di rifiuti organici di origine animale.

Oggi ho iniziato la mia piccola personale battaglia per non sprecare l'acqua.

Vi spiegerò piu' avanti di che si tratta, sto pensando ad una lettera.


Per quanto riguarda la citazione di quello stupido uccello, sì mi sento un fottutissimo uccello spazzino, ma il mio "utile ruolo" non è dettato dalla sopravvivenza vitale, bensì dal voler lavorare per un paio di mesi per guadagnare qualche soldo da poter spendere in totale spensieratezza.
Ma ce li godiamo sul serio i soldi che ci guadagnamo oppure il ricordo delle ore di lavoro a pulire finestroni, a servire persone maleducate e VECCHIE (uso quest'aggettivo con l'accezione negativa) a pulire pavimenti, trasportare barili d'acqua o mazzi d'asciugamani puliti e sporchi.. Insomma tutte quelle cose che non si fanno piacevolmente ti ritornano in mente quando ti stai fissando un paio di pantaloni costosi che vorresti comprarti ma pensi: si ma costano come tot ore di lavoro, e il dilemma si fa piu' lancinante e tormentato quando ciò che vogliamo comprare è qualcosa di futile. Non è il caso della mia lista di libri, di cui spero di comprare qualcosa venerdì:
narrativa, qualsiasi che mi ispiri di questi autori:
Honoré de Balzac (penso: Scene della vita privata )
Elfriede Jelinek (credo la pianista)
John Maxwell Coetzee (forse vita e il tempo di michael k)

altri:
-Adorno e Heidegger. Soggettività, arte, esistenza
-L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa
Walter Benjamin
-Mille anni di storia. Dalla città medievale all'unità dell'Europa
Rosario Villari
-Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. 10 dicembre 1948. Nascita, declino e nuovi sviluppi


Vi farò sapere poi per cosa ho optato.
Ultimamente sto leggendo solo articoli giornalistici da Internazionale e dal corriere della sera, non ho molto tempo per libri, sto leggendo (molto lentamente purtroppo) un libro che cercavo da molto tempo (non perchè sapessi della sua esistenza ma perchè mi interrogavo spesso sugli argomenti che tratta) Si intitola Purificare e distruggere, usi politici dei massacri del XX secolo. E' estremamente interessante!

Buone giornate.

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martedì 8 maggio 2007

FRAMMENTI

Oggi mi è capitata una cosa strana, ho visto due film 'frammentati' ovvero montati con una tecnica simile, quella dello sfumare sul nero ad ogni capitolo, creando un passaggio improvviso di ore, giorni anni in un battito d'occhio. I due film sono 'In the mood for love' di wang kar wai e 'le invasioni barbariche' del franco canadese Denys Arcand. Se il primo mi è piaciuto il secondo non mi ha convinto molto. Ora vi racconto i motivi.

Il 'minimalismo destrutturante' di wong kar wai favorisce la creazione di un'atmosfera profondamente caratteristica a discapito dell'evoluzione della trama Le musiche si sposano perfettamente con le immagini, il ritmo del film è come il passo di una persona, come il battito di un cuore a riposo, lento e rilassato,così come i movimenti degli attori sempre armonici e delicati.La cinepresa sembra non interferire in modo aggressivo nella storia, spiandola da dietro una tenda, oppure rimamendo fissa su un oggetto durante una conversazione. Ho visto solo due film di questo incredibile regista (l'altro è Angeli Ribelli) ma ho notato che ci sono caratteristiche ricorrenti. Per esempio l'amore per le ambientazioni notturne, quando piove i suoi attori non hanno quasi mai un ombrello e finiscono bagnati fradici, e c'è sempre un silenzio particolare, come se non si osasse parola, un certo imbarazzo nel (di)mostrare i sentimenti da parte dei protagonisti. Un film molto particolare e con carattere, costruito sull'anima della storia.

Le invasioni barbariche invece non mi hanno convinto, i dialoghi sembravano usciti dal peggiore di Woody Allen e le situazioni erano un po' "troppo tutto" finendo per annacquare la trama. Toccanti i momenti drammatici ma il film non mi pare ciò che avrebbe voluto essere, cioè un inno alla vita, mi pare piu' un tentativo di sopravvivenza.

domenica 6 maggio 2007

IL LAVORO

Il lavoro nobilita l'uomo. E' così che ho sempre saputo, ciò che non mi hanno detto è che ci sono lavori di merda e lavori meno di merda, alcuni fortunati dicono che esistono lavori belli ma smettono di definirli lavoro.

Io lavoro come bagnino/cameriere/lavavetri/segretario insomma un jolly tuttofare in un noto albergo nel comasco. E' una cosa di due mesi che sto facendo per risparmiare qualche euro da sperperare durante le mie crisi affettive/varie ed eventuali.

Taglio corto e vi dico cos'è successo oggi, ero di turno come segretario e mi arriva sta befana sui trent'anni che mi chiede:
C'è mio fratello? Con una voce da oca sodomizzata da poco
E chi sarebbe suo fratello?
E' l.... f..... dice il suo fottuto nome come se io dovessi conoscerlo e aggiunge: beh nn puoi cercarlo? che suona piu' come un ordine che una richiesta.
Le rispondo: Non so chi sia, ma non potresti descrivermelo così capisco chi è e te lo cerco
lei: eh è alto, ha gli occhi verdi, come faccio a descrivertelo uff..
Io: Beh è tuo fratello... mi esce un tono piu' supponente del suo, era una specie di gara a chi faceva di piu' la paris hilton, certo non ero credibile vestito da bagnino cmq... parto e lo cerco, mi dirigo in sauna dove mi trovo sto pezzo di figo nudo che si fa la barba.. (mi cade un occhio, forse tutti e due va..) alla fine era lui.
Morale? Non incazzarsi con le sorelle racchie e oche perchè se cercano il fratello magari è figo.


L'ambiente in cui lavoro è abbastanza bizzarro. La fotografa americana Diane Arbus si sarebbe trovata di fronte ad un paradosso notevole, lei odiava la borghesia ma amava i freak, i mostri. Ebbene lì dove lavoro ci sono dei freak borghesi, una sorta di feccia e scarti della società civile che si ritrova in un club privato anzichè in una bettola. Ma la sostanza non cambia.
Diciamo che c'è tutta la gerontocrazia comasca in pensione e le rispettive mogli, signorotte nate nel pleistocene che sono la vergogna delle lotte femministe anni 70. Donne che non hanno mai combinato un cazzo nella loro vita e se hanno un'attività è grazie al denaro del marito... ma forse sto generalizzando, sto diventando una fottuta gallina in brodo come loro.D'oh.
E' un vizio.

Ve ne parlerò meglio nei prossimi post.

IL MOTIVO DELLA MIA LUNGA ASSENZA

Premessa:
Non si dovrebbe creare un blog se si ha la tendenza al rincoglionimento precoce, ovvero quando i neuroni si sono suicidati in massa poichè esausti dopo uno sforzo lavorativo enorme (in queste settimane mi è capitato di svegliarmi alle 6 e ancora ne subisco le conseguenze cerebrali).

In due parole: Mi ero dimenticato la fottuta password di questo blog.

Vi do subito qualche consiglio musicale, anzitutto il nuovo album di Björk Volta. Dopodichè:
Fees - Animal Collective
A chance to cut is a chance to cure - Matmos (li sto ascoltando ora)
Bela Barto - string quartet emerson cd

Ho molte cose da raccontare. E dovrei consigliarvi delle singole canzoni probabilmente.
Dico solo che ho iniziato a lavorare, è una cosa temporanea. Molto temporanea.