domenica 27 maggio 2007

FOTOGRAFIA DECADENTE DELLA SOLITUDINE

Era una giornata come le altre, c'era il solito trambusto nella piscina sul lago, il sun desk era in fermento, i baristi si dimenavano con i loro vassoi pieni di cocktails e bicchieri riempiti di ghaiccio, sembrando formiche che tornano al formicaio col loro bottino.

Fissavo il cielo violaceo a cui chiedevo sibilando un regalo molto gradito: pioggia. Il vento prima di ogni temporale iniziava a diventare fresco e io mi dirigevo fuori ad aiutare gli altri a ritirare gli asciugamani, i tappetini etc quando in una frazione di secondo ho scattato una fotografia.

Questa fotografia purtroppo è solo nella mia testa, i'm sorry, ve la descrivo. Sulla mia sinistra vedo questi tre signori, tutti e tre ben vestiti e dall'aria benestante e modaiola. Scopro poi che sono due stilisti e un "amante" non so di chi dei due. Il signore alla sinistra avrà superato i 60 dopodichè è impossibile distinguere l'età per l'assenza di rughe, i capelli suggeriscono che abbia superato i 65, sono bianchissimi e gli occhi chiari mi fanno pensare che sia stato biondo da giovane. Un impermiabile panna gli stringe la vita sottile e ai piedi ha delle all stars marroni, particolare che tradisce una certa riluttanza all'apparire vecchi.

Il tizio che fuma al centro è il piu' bello dei tre, premusibilmente un quarantenne con le fossette sulle guance, una fisionomia che mi ricorda i greci. Indossa un abito grigio, in tinta coi capelli, ha le spalle larghe e tiene la sigaretta con le dita flesse. Mi lancia uno sguardo particolare con due occhietti brillanti e vivaci che io quasi ignoro. Al suo fianco un terzo uomo, un'altro stilista, di lui noto subito che ha la bocca leggermente storta, probabilmente residuo sgradito di una paresi, i capelli troppo lunghi, fino al collo, anch'egli li ha grigi, ma di un grigio fumo. E' poco attraente, e lancia anche lui boccate di fumo fuori da quella sua bocca asimmetrica.

Ebbene questi tre uomini erano tutti e tre visibilmente gay ai miei occhi, e quell'immagine mi era apparsa subito come una fotografia decadente della solitudine omosessuale. Voglio dire che tre omosessuali ad un tavolo, specie se sono anziani, per quanto ben tenuti possano essere, appaiono come "oggetti di scarto" che la natura ha abbandonato. Foglie secche rapprese in un canale di scolo. Mi spiego? (non allarmatevi!)

Ogni volta che mi trovo ad un tavolo con amici omosessuali non sono a mio agio, lo stesso succede stando solo con uomini o in mezzo a sole donne. Credo siano i "gruppi omogenei" a rendermi diffidente. E' che che si forma una bolla invisibile che unisce chi sta dentro ma divide da chi sta fuori. Il fatto è che la bolla non protegge anzi se scoppia rischia sempre di implodere inzuppando i suoi abitanti.

Forse era l'atmosfera bluastra delle nuvole e il vento che conferiva a quella scena una drammaticità spettrale. Forse fissandoli ho immaginato me alla loro età, anche io dopo i fasti della giovinezza mi ridurrò così? Solo ad un tavolo con altre vecchie ciabatte a fissare lo sfilare dei culi dei camerieri? Spero di no.
Ma se neanche ora riesco a concludere niente con un ragazzo o un uomo, non riesco a creare quella complicità che richiede tempo e .. quel tempo non lo si raggiunge mai. E' una torta che non si gonfia nel forno e quando la togli è cruda.

So sopportare l'amarezza di una prevista solitudine senile?

No.

Mi sto già abituando all'idea di convivere con altre persone subaffittando la mia casa quando mi sentirò solo. :)

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