lunedì 16 giugno 2008

questione di soldi

Le nubi di bologna in questi giorni sono importate direttamente da londra, così come la pioggerellina che mantiene i nostri vestiti umidi. Il clima è altalenante come i miei sbalzi di umore. Lo zucchero sta sprofondando pesante sotto la superficie di latte del mio cappuccino. E' curioso che lo bevo sempre con il cucchiaino nella tazza da quando sono piccolo e questo scatena sempre una certa ilarità condivisa. Sto ascoltando ryoji ikeda con duplex mentre scrivo.

Il barista si agita sudando dietro al bancone, tre ragazzi chiedono un caffè, di cui uno shakerato e un frappè. Il barista è agitato non guarda negli occhi nessuno e sembra che parli da solo quando cerca di riassumere le ordinazioni: "dunque facciamo un consulto" cerca di riassumere tutte le sue forze per concentrarsi ma qualche sostanza corroborante gli sta impedendo lo sforzo neuronale.
Poggia in ordine una tazzina "per un caffè normale", un'altra piu' grande "questa per il cappuccio" con inimmaginabile velocità nevrotica poggia il bicchiere di vetro che si spacca nella sua mano. Le gocce di sangue disegnano un motivo sul bancone bianco. Sputa qualche porco dio sottovoce.

Vorrei andare al concerto dei radiohead ma l'idea di dovermi organizzare è troppo pesante, non so che cosa deciderò ma sarà come sempre una di quelle decisione prese all'ultimo minuto. Si tratta di prendere il treno 20euro, andare a milano e cercare un biglietto per il concerto piu' o meno 50 euro, poi ritornare a casa, altri 20 euro. Sempre se sono ospitato dalla sorella. E poi al concerto ci sarà troppa gente, e quando dico troppa intendo cani e porci.
I radiohead sono uno di quei gruppi musicali che piacciono a tutti per via dell'equilibrio tra alta qualità e orecchiabilità. E poi ci sono le chitarre. A tutti piacciono le strafottute chitarre.

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